La Supernanny tata Lucia arriva in casa Gargaro Aloisi con Discovery Channel, per provare a dare una sistemata alle cose che non andavano nella mia famiglia e a offrire il suo supporto.
Eh si, proprio lo scorso Marzo 2021, in pieno lockdown, durante quelle due settimane in cui tutta Italia è stata chiusa come nel 2020, con i bambini in DAD, la mia famiglia ha vissuto questa esperienza televisiva con la tata più famosa della TV.
E ve la volevo raccontare.
Dal mio punto di vista però, cioè da dietro le quinte.
Come è arrivata Supernanny in casa nostra
Innanzi tutto come è cominciata. Tutti mi hanno chiesto: ma come hai fatto richiesta per partecipare?
Io non ho fatto richiesta. Mi hanno trovato loro.
Sono un’atleta di pole dance, chi ha seguito il programma ha visto come con le unghie cerco di ritagliarmi il mio spazio per allenarmi e seguire questa mia passione, ballare questa disciplina acrobatica.
E ho un profilo Instagram dove mi diletto a seguire molte altre atlete di pole dance da tutto il mondo e a condividere i miei piccoli progressi.
Un giorno su Instagram mi è arrivato un messaggio in Direct di una persona della redazione del programma Supernanny che mi chiedeva se avessi figli e se ero interessata a partecipare ad un programma televisivo con la famosa tata Lucia.
Chiedere a me se ho figli?? Sembrava una candid camera!
L’ho trovata una domanda curiosa in effetti… perché mi hanno proposto un programma da genitori prima di sapere se fossi un genitore.
E infatti non gli ho creduto subito… pensavo ad un fake o ad uno scherzo.
Io poi che insegno ai ragazzi quali sono i pericoli dei social media e dei profili fake!
E invece era vero… mi hanno proposto dei casting con i bambini e tutto un percorso di preparazione per capire se eravamo idonei al programma, utile anche per noi per capire se ce la sentivamo di partecipare.
Ho chiesto infatti ai bambini se volessero mettersi in gioco e partecipare… e loro mi hanno risposto tutti di si.
Ma ho dimenticato di chiedermi se me la sentissi io di mettermi in gioco… non ho proprio pensato a me.
Ma io ero proprio pronta?
Quando dopo tutti i casting e i colloqui con redazione e psicologi ci hanno scelto per il programma, il giorno prima di cominciare le riprese mi è venuta un po’ di preoccupazione: ma ero proprio sicura di voler mostrare la mia casa, il mio vivere quotidiano con i bambini agli altri? Mostrare la mia vita privata?
Ero sicura di farmi esaminare da una persona esperta di educazione dei bambini e da tutti gli spettatori?
Ero proprio tranquilla di sottopormi al giudizio degli altri?
La risposta è stata no… Non ero affatto pronta: poco incline, un po’ per timidezza, un po’ per riservatezza. Ma ormai era tardi!
Avevo chiesto a tutti i bambini ma non l’avevo chiesto a me.
Mi sono fatta coraggio e mi sono detta che avrei imparato qualcosa, che avrei potuto avere la grande opportunità di ricevere un’opinione sul mio lavoro di mamma e persona separata che cresce i suoi figli lottando tra lavoro, responsabilità e impegni vari.
Avrei potuto capire se stessi dando il giusto peso alle giuste priorità.
E abbiamo cominciato.
Sono stati 5 giorni molto intensi.
E’ arrivata tutta la troupe con cameramen, fonici, autori, tecnici vari e ci hanno riempito casa di apparecchiature. Siamo stati microfonati, guardati, ascoltati e seguiti in ogni nostro momento della giornata ed è stato molto faticoso.
Dopo il primo giorno avrei voluto mandare via tutti.
Era molto difficile vivere nella spontaneità con persone che ti seguono, ti guardano e ascoltano tutto quello che dici.
Mi sentivo osservata e giudicata… e per me e mio figlio Gabriele non è stato possibile dimenticarci completamente delle telecamere.
Mentre per i piccoli è stato diverso.
Dopo le prime ore dove parlavano con tutti, facevano domande, chiedevano “perché tu non mangi? Perché tu non parli mai? Perché corri sempre? Ti va di giocare con me?”… alla fine si sono abituati e si sono comportati come se tutta questa gente fosse sempre stata lì, con noi.
Come se facesse parte ormai della nostra casa.
E questo ha fatto sì che uscissero le dinamiche della mia famiglia.
Eh si perché visto che eravamo in gioco volevo giocare fino in fondo, approfittare e far emergere le cose che non andavano per poi chiedere consiglio per farmi aiutare a gestirle meglio.
Ma non è sempre stato facile accettare i consigli di un’altra persona, anche se esperta, quando ci dice come e cosa dobbiamo fare con i nostri figli.
Chi non avverte quel senso di fastidio, di disagio, di giudizio appunto, quando qualcuno ci dice “no guarda forse è meglio che dici così, forse è meglio che fai cosà”?
E non è sempre stato facile seguire i consigli di tata Lucia… a volte erano contro la mia natura, contro quello che avrei voluto disperatamente fare io.
Ma volevo provare a comportarmi in modo diverso, vedere cosa sarebbe successo.
Ed è stato un bel risultato.
Non ho stravolto il mio stile di educazione o di rapporto con i miei ragazzi, ma ho avuto modo di sperimentare una nuova prospettiva, di vedere reazioni di cui non mi accorgevo, o che non sapevo interpretare.
Sono stata coraggiosa… si me lo voglio dire.
E mi sono perfino commossa, perché le emozioni in gioco quando ci relazioniamo con i nostri bambini sono molte e profonde.
La squadra Gargaro Aloisi
La tata Lucia ci ha paragonato ad una squadra. E questo spirito di squadra ancora aleggia nella nostra casa.
Ancora adesso, dopo tanti mesi, ci ricordiamo a vicenda cosa possiamo fare per la squadra invece che solo per noi stessi, e questo momento di riflessione ci riporta ai valori che abbiamo scoperto durante quella esperienza televisiva.
Abbiamo ancora appeso sul frigorifero il foglio con le regole scritte da Lucia per noi, ogni tanto ce le andiamo a rileggere per rinfrescare quello spirito.
La supernanny a casa Gargaro Aloisi è stata una bella esperienza, commuovente ed emozionante, che ci ha lasciato molto su cui riflettere.
Soprattutto su quanto possiamo fare per noi e per la nostra famiglia.
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