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Quali sono i pericoli dei social media per gli adolescenti

Regaliamo lo smartphone a nostro figlio o nostra figlia ma non conosciamo bene i pericoli dei social media per gli adolescenti.

La maggior parte dei genitori regala il primo smartphone al figlio/a quando inizia la scuola secondaria di primo grado, anzi alla fine del ciclo della scuola primaria; quindi all’età di 10-11 anni circa.

E’ un momento importante, lascia la scuola in cui era bambino e diventa un ragazzino. I genitori fanno le prime raccomandazioni sull’uso dello smartphone, spiegano le basi ma presto si rendono conto che il figlio, semplicemente avendo guardato i genitori stessi maneggiare il proprio telefono per anni, ne sa già più di loro.

Ed è così.

Il ragazzo ci mette pochissimo a scoprire le varie funzionalità, quello che non capisce in genere lo chiede ai suoi amici, o ai cugini poco più grandi, pochissime volte ai propri genitori.

E diventa in poche settimane, o pochi mesi, più esperto della media degli adulti che usano questi dispositivi. Eh si perché i nostri adolescenti ci sono nati con queste tecnologie, permeano il loro DNA da sempre.

Quanti genitori si chiedono quali sono i pericoli che potrebbero incontrare i propri figli adolescenti su internet, sulle app o sui social media che vanno ad usare?

Molto pochi.

La maggior parte dei genitori consegna lo smartphone al figlio così come comprato al negozio, mette la SIM e stop. Come se lo stesse consegnando ad un adulto.

E pochissimi sono i genitori che vanno regolarmente a controllare poi cosa c’è dentro lo smartphone dei figli e che uso ne fanno, convinti così di rispettare la loro privacy.

Voglio provare a raccontare cosa può fare un adolescente col proprio smartphone e a quali pericoli si sottopone senza rendersene conto.

E lo farò con la storia di una tredicenne, la chiamerò Arianna, terza media, uno smartphone e tanta libertà.

Arianna, le amiche e l’amore per la pallavolo

Arianna ha 13 anni, frequenta la terza media e gioca a pallavolo. Usa molto il suo smartphone, come più o meno tutti i suoi compagni di classe e le sue compagne di pallavolo. Chatta molto, anche fino a tardi la sera, nascosta sotto le lenzuola per non farsi scoprire dai genitori.

Sente la musica.

Quando si annoia cerca video tutorial su You Tube per imparare a truccarsi, a vestirsi, ad acconciarsi i capelli quando ce li ha ribelli e non vorrebbe farsi vedere in giro.

Ogni tanto guarda qualche video divertente dello youtuber del momento, scopre meme, tendenze e challenge che vanno per la maggiore tra i ragazzi della sua età.

Da qualche mese si è scaricata Instagram e ha aperto un account inserendo una data di nascita fasulla. Ma è prudente… ha scelto un nome che non è proprio il suo e una foto dove la si vede solo per un pezzo.

Eh si sul suo telefono può scaricarsi qualunque app, per fortuna i suoi genitori non le hanno chiuso l’accesso ai download delle app.

Nei mesi passati ha condiviso molte foto su Instagram, ha cominciato con un profilo aperto, se no come faceva a farsi trovare!

Usa le storie così non restano memorizzate più di 24 ore. Anche perché ha scoperto dalle amiche qualche trucchetto per aumentare la visibilità dei suoi contenuti… per esempio la geolocalizzazione. E allora quando può nelle storie scrive dove si trova. E’ divertente.

Per farsi trovare da quelli della sua età usa l’hashtag #13anni. I suoi follower sono diventati qualche centinaio ormai.

La mamma una volta se ne è accorta… e hanno litigato, ma lei ha promesso che avrebbe chiuso il profilo e che non avrebbe pubblicato foto dove si vedeva lei.

La mamma ha controllato i suoi follower e ne ha cancellati diversi che non la convincevano.

Col profilo chiuso la mamma si è tranquillizzata ma decide di aprirsi un profilo Instagram per controllarla, addirittura ha chiesto ad Arianna di aiutarla… non sapeva da dove cominciare!

E’ stato un bel pomeriggio quello, mamma e figlia si sono divertite a costruire insieme il profilo Instagram di mamma e ad inserire qualche foto.

Ma Arianna non vuole che la mamma veda tutto quello che pubblica… perché insomma qualche foto in cui è truccata o ha una maglietta nuova la vuole pubblicare, senza che la mamma se ne accorga.

E allora usa le storie… negando l’accesso alle sue storie al profilo della mamma. Tanto mamma non conosce questa funzione. SALVA!

Arianna ama le storie: le piace far sapere agli altri cosa mangia, cosa sta facendo e dove va. Quando gioca a pallavolo si fa le foto con le sue amiche e tutte insieme le mettono sulle storie taggandosi a vicenda. E’ divertente.

Un pomeriggio le arriva in Direct un messaggio di una ragazzina della sua età, Elena. Non la conosce di persona ma è tanto che si seguono, frequentano entrambe la terza media e ogni tanto si sono anche scritte e si sono raccontate cosa amano vedere alla tele. Vivono perfino nella stessa città.

Elena le scrive che la segue sempre e che le piace tanto. Segue le sue storie e vedendo dove gioca a pallavolo le chiede se può iscriversi anche lei. Arianna è contenta di sentirsi seguita e ammirata e le racconta come funziona la palestra. E’ vicino casa così lei può andarci da sola. Elena è entusiasta e chiede ad Arianna quali sono gli orari e si danno appuntamento per il giorno dopo.

La storia di Arianna si ferma qui. Non serve andare avanti.

Chiunque sia questa “Elena”, sa esattamente dove si troverà Arianna, a che ora e che sarà da sola.

Quali sono i pericoli che si potevano evitare

La storia di Arianna ci svela parecchie leggerezze da parte dei genitori. Proviamo ad identificarle.

  • La possibilità di scaricare qualunque app senza il controllo di un adulto
  • L’accesso ad app non adatte alla sua età
  • L’utilizzo di app che i genitori ignorano e di cui non conoscono tutte le funzionalità
  • La pubblicazione di foto, di tag identificativi e di geolocalizzazione
  • l’inesperienza della ragazza a gestire la comunicazione con degli estranei

Scaricare le app senza il controllo di un adulto

A 13 anni i genitori devono sapere qual è l’uso che la propria figlia fa dello smartphone. Non si può lasciare accesso libero al download delle applicazioni ma va impostato un controllo su questa funzione in modo da dare il permesso di download solo dopo aver visionato l’app di interesse.

Accesso ad app non adatte all’età dell’adolescente

Se non si è impostato un controllo sul download delle app va almeno impostato il divieto di accesso alle app non consentite all’età dell’adolescente. E’ possibile impostare questa funzione in un qualunque sistema di controllo parentale dello smartphone.

Utilizzo di app di cui i genitori non conoscono le funzionalità

I genitori non possono consentire l’accesso ai propri figli adolescenti ad app di cui loro stessi non ne conoscono appieno il funzionamento. Ogni app può nascondere funzioni che l’adolescente potrebbe usare con leggerezza per la sua inesperienza. Gli adulti quindi, prima di consentire l’uso di una app ai propri figli, devono studiarla. Se questo non è possibile è preferibile negare l’accesso alla app.

Pubblicazione di foto, uso di tag e geolocalizzazione

Una app che consente la pubblicazione di foto o la geolocalizzazione, ossia consente di trovare gli utenti in base alla loro posizione geografica, non può essere utilizzata da un adolescente. Il web e i social media sono pieni di profili fake di adulti che fingono di essere qualcun altro per gli scopi più svariati. E non possiamo consentire in alcun modo di far cadere i nostri figli nella rete di questi profili.

Stesso discorso per l’uso dei tag che sono uno strumento per essere trovati dagli altri. Soprattutto tag che richiamano all’età o alle caratteristiche dell’adolescente (per esempio tag che contengono il nome del ragazzo, la città o il quartiere dove vive, il locale che frequenta, il nome della palestra dove fa sport, etc.)

Inesperienza degli adolescenti nell’uso del web e dei social media

I social media dovrebbero essere vietati agli adolescenti. Infatti sono quasi tutti vietati ai minori di 16 anni. Nel momento in cui consentiamo ai nostri figli di accedere ad un social, dobbiamo assolutamente formarli.

I ragazzi hanno bisogno di una ricca formazione sull’uso di certe funzionalità, devono sapere per esempio che per nessun motivo devono geolocalizzarsi nella pubblicazione di contenuti e non devono mai svelare la propria identità nelle foto. Noi genitori dobbiamo essere bravi a spiegare quali sono i pericoli che si nascondono nei social media ma anche nelle app di giochi che usano queste funzioni, non permettere ai nostri figli di usare uno strumento potente come uno smartphone senza le necessarie istruzioni.

I miei consigli

Io consiglio di condividere un programma di crescita sul web e sui social media con i nostri figli. Spiegare loro come si inizia ad usare uno smartphone, quali sono le app che può usare fin da subito e quali sono le funzioni a cui può accedere. Andremo poi a spiegare loro quali saranno le altre funzionalità a cui potranno accedere un volta che cresceranno.

Con i miei figli, quando mi chiedono di usare una app che non conosco, mi prendo un tempo insieme a loro per studiare l’app e il suo funzionamento. E’ un momento di condivisione tra me e loro in cui ci prepariamo insieme sulla nuova applicazione. Se mi accorgo che la app non è adatta alla loro età per qualche contenuto o qualche funzione, glielo spiego e arriviamo insieme alla decisione che non si può usare.

A casa mia funziona!

Consiglio fin da subito, nel momento in cui si consegna il primo smartphone al proprio figlio, di chiarire che i genitori devono avere un controllo sulle funzionalità del loro telefono, per essere una guida nel loro apprendimento dello strumento digitale.

Come quando si insegna a pilotare un aereo c’è sempre vicino a noi un pilota esperto che ci guida per non farci cadere a terra; via via che i nostri figli impareranno a maneggiare il loro smartphone e cresceranno, lasceremo sempre più autonomia nell’uso del dispositivo, fino a quando potranno pilotare l’aereo da soli senza schiantarsi a terra.

Se non sai da dove cominciare e hai bisogno di un aiuto per educare i tuoi figli ad usare correttamente lo smartphone e ad impostare i giusti controlli, scrivimi per una consulenza gratuita.

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